Come ogni anno, in occasione della Giornata per la Vita il Centro di Aiuto alla Vita vuole informare le tante persone amiche e tutte quelle che si sentono, in certo qual modo, partecipi dell’attività che il nostro CAV di Crema fa da oltre 40 anni.
Alcune domande poste alla Presidente Rosa Rita Assandri Vailati e ad un gruppo di volontarie sembrano il modo migliore per entrare nello conoscenza di questa Associazione che ha lo scopo di difendere la vita di ogni bambino non ancora nato ma già concepito.
Le volontarie, concretamente, come aiutano le mamme in difficoltà ?
Cominciamo col dire che è assolutamente necessario che ogni singola mamma venga incontrata personalmente, per sentire da lei quali sono le sue difficoltà nell’accettare la maternità. Perciò, dopo un contatto telefonico ( tel. 0373 256994 ) che, grazie al trasferimento di chiamata può essere fatto praticamente a qualsiasi ora, la mamma viene incontrata con un appuntamento nella sede di Via Civerchi 7 il martedì pomeriggio o all’ospedale ( al piano terreno ci sono le indicazioni ) tutti i venerdì dalle 9 alle11.
E poi?
Se la situazione si presenta nei primi tempi della gravidanza quando c’è il rischio di aborto volontario, insieme alla mamma ( e al papà se è disponibile) , le due volontarie che la incontrano cercano insieme quale aiuto può aiutare a capire quale è veramente il suo desiderio: far nascere questo bambino? Far fronte alle difficoltà economiche? Cercare di risolvere i problemi all’interno della coppia? L’esperienza lo conferma , quasi sempre la mamma ha già fatto la scelta per la vita ma ha bisogno di trovare chi la sostiene con comprensione, amicizia, aiuto concreto utilizzando le possibilità che gli Enti possono dare subito e l’aiuto che il CAV può mettere in atto per un certo tempo dopo la nascita del bambino.
Allora voi aiutate anche dopo la nascita? E se sì per quanto tempo?
Certamente. A secondo delle situazioni arriviamo anche ad un anno dopo la nascita del bambino. Da alcuni anni le situazioni sono sempre più complesse; anche per questo lavoriamo, come si dice, in rete, attiviamo contatti con i Servizi Sociali dei Comuni, con il Consultorio Diocesano, il Consultorio pubblico e il Consultorio K2, con la ” Casa di Ale”. Se ci sono le condizioni richieste facciamo i passi necessari perchè le mamme e le famiglie possano accedere a quegli aiuti che la Regione o lo Stato mettono a disposizione per le mamme con basso reddito.
Ma il nostro compito non si esaurisce in questo. Dopo la nascita del bambino le mamme vengono incontrate mensilmente a gruppi prestabiliti; le volontarie non si limitano a fornire pannolini, latte, vestiti, passeggini, costruiscono rapporti di amicizia con le mamme che a volte, durano ben oltre il tempo dell’accoglienza del CAV. Capita, per esempio, di sentirsi salutate da mamme che sono state aiutate in tempi più o meno lontani e che magari mostrano con orgoglio il figlio cresciuto.
La ” Casa di Ale”?
La ” Casa di Ale” è una struttura dove vengono accolte mamme rifugiate con i loro bambini. Sono donne arrivate in quelle condizioni, a volte terribili che sentiamo raccontare dai mass media; a volte i bambini nascono dopo il loro arrivo. Da ormai alcuni anni forniamo il necessario a questi bambini che hanno cominciato la loro vita ” in salita”. Per la verità bisogna dire che il rapporto con le ragazze ospitate alla” Casa di Ale” non è facile: i problemi si possono immaginare, vanno dalla lingua, alle abitudini, al loro modo di rapportarsi con il figlio. La presenza di una mediatrice culturale a volte non basta per entrare in sintonia con queste mamme. Si tocca con mano la difficoltà di chi ha vissuto situazioni drammatiche difficilissime da superare ……….
Domenica 4 febbraio è la 40° Giornata per la vita. Ha ancora senso celebrare questa Giornata?
Certo che ha senso; ricordare che la vita umana ha un valore assoluto in ogni suo momento, quando è bella e quando è difficile, quando inizia e quando finisce, quando è ricca di soddisfazioni e quando sembra vuota di senso. Anche in questa circostanza il CAV vuole ricordare a tutti che la vita indifesa di un bambino, anche se non ancora nato, è una vita da proteggere e da aiutare. Come dicono i Vescovi Italiani nel loro messaggio per la Giornata del 4 febbraio ” solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi ‘samaritana’ chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata”.
Tra le varie iniziative anche a Crema e in varie parrocchie, verranno offerte le primule come segno di speranza per chi è il più piccolo tra i piccoli; sarà un modo per molti di dare un contributo alla gioia di chi sceglie la vita.